Il percorso dell'ONAV attraverso la storia vitivinicola d'Italia

Dal 1951... ne è passato del vino in cantina!

Dobbiamo a un’iniziativa della Camera di Commercio di Asti, fiancheggiata da alcuni importanti esponenti del mondo vinicolo italiano dei tempi, la fondazione di Onav, nel lontano 1951.

Erano quelli i tempi della ricostruzione e di un nuovo orgoglio di Nazione, che andava costruendosi intorno alle eccellenze nostrane.

E fra queste, ovviamente non poteva mancare il nostro vino.

Negli anni Cinquanta l’Italia produceva 50 milioni di ettolitri (nel 2018 circa 53 milioni), ma è facile immaginare che fosse moltissimo il vino non rilevato dalle statistiche.
Le esportazioni erano pari a circa 2 milioni di ettolitri (nel 2018 sono circa 20 milioni).
Il mondo vinicolo italiano dell’epoca viveva in una totale assenza di norme disciplinari.
Inoltre si era ben lontani dal parlare di tipicità, terroir e di composizione dei vini.



La necessità di una regolamentazione produttiva e commerciale.

Dalle regioni italiane a maggior vocazione vitivinicola giungevano appelli autorevoli al fine di mettere in atto una serie di azioni, pubbliche e private, per uscire da una situazione che stava mettendo a rischio l’essenza stessa di uno dei settori economici più importanti di tutta l’agricoltura nazionale.
La storia ONAV
1872
Per Regio decreto viene istituita ad Asti la “Stazione Enologica Sperimentale”, che nel tempo divenne, grazie alla direzione di alcuni straordinari maestri di enologia come Federico Martinotti, Ettore Garino-Canina, Carlo Mensio e Clemente Tarantola, uno dei centri di ricerca più noti e autorevoli non solo d’Italia ma anche d’Europa.
28 Ottobre 1951
Nasce ONAV
“Un’istituzione unica e nuova per l’Italia che nasce tra queste mura della Camera di Commercio di Asti e che da queste mura si irradia per tutta la Penisola e per le isole, destinata a permeare dei suoi benefici effetti i gangli di qualsiasi forma di commercio o di diffusione del vino.”

Dr. Aldo Pronzato, presidente del CCIAA di Asti.
L’Assaggiatore ONAV
Con queste parole Carlo Mensio nel suo discorso di insediamento enunciava alcune indicazioni fondamentali sui compiti degli Assaggiatori di vino.

“La composizione del vino è stata studiata e chimicamente determinata, ma la scienza non è riuscita ancora a stabilire se un vino è migliore dell’altro. Di qui la necessità di un gruppo di persone che sappiano distinguere al gusto i vini per trarli fuori dalla complessa matassa dei prodotti in commercio.”
Uno dei principali compiti demandati agli Assaggiatori è dunque quello di insegnare al pubblico come si fa a bere anche solo un bicchiere di vino: la più sana, gradevole e saporita di tutte le bevande
Il Senatore Vincenzo Buronzo delineò un secondo aspetto delle finalità dell’ONAV:

“Un Ordine concepito con stretta aderenza alla realtà per farne un organo tecnico di immediata consultazione e di pratica utilità, che possa pronunciarsi seduta stante sul luogo dove avviene la contrattazione.”
La trasformazione dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino
LA STORIA DI ONAV DAGLI ANNI ’70 AD OGGI

Sotto la guida del Presidente Ercole Garrone, nella prima metà degli anni Settanta, l’ONAV iniziò la trasformazione da organismo con finalità sostanzialmente di studio e di valutazione tecnica professionale, ad associazione in cui potevano serenamente convivere i tecnici e gli esperti per studio ed esperienza, da una parte, e gli appassionati “acculturati”, dall’altra.

2 luglio 1981
Con il Decreto del Presidente della Repubblica, a poco meno di trent’anni dalla fondazione di ONAV, venne sancita la prima grande svolta nella vita di quella che, da quel momento, sarebbe stata definita “Organizzazione”.
Il riconoscimento giuridico avrebbe infatti dotato l’Ordine di uno status più consono ai suoi obiettivi oltre ad una rappresentazione nei massimi organismi pubblici di controllo e verifica del variegato sistema di classificazione dei vini italiani.
1980 - oggi
ONAV si è espansa su tutto il territorio nazionale e si sta diffondendo anche all’estero.
Questi sono i passaggi chiave nella storia della prima organizzazione non professionale italiana nel mondo del vino, che ha anticipato i tempi e che ha, senza dubbio, dato il La alla cultura dell’assaggio, della sommellerie e dell’analisi sensoriale.
80
Le sezioni che organizzano altrettanti corsi di 1° livello ogni anno.
20
I corsi di 2° livello.
2019
Corso di 3° livello, il primo in Italia condotto strutturalmente e didatticamente da un’università, UniTO.
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